Nulla a che vedere con azioni/bot/cct, semplicemente la metà dell'universo femminile vive sognando, desiderando ed acquistando scarpe, l'altrà metà graziosi orpelli da appendere alla spalla o da far penzolare energicamente stretti sottobraccio: le b o r s e.
Io sono proprio maniaca, niente da fare, le cerco, le fiuto, le bramo, anche quando sono al verde.
Poco importa se sono irragiungibili, io risparmio, poi spacco il maialino di porcellana.
Avrei aneddoti riguardanti i mezzi più o meno comprensibili ai quali mi sono rivolta per comprarne una, da aprire un blog interamente dedicato.
Sono un po' malata, fissata, si dica come si vuole, je m'en fou, io le tengo religiosamente custodite nelle saccoccie originali e le rimiro.
Le prime volte le porto a spasso con cura, manco fosse un cucciolo di bassotto, evitando la giornata piovosa, l'occasione meno indicata.
Alla fine un po' le bistratto, perchè diventano come un parente col quale hai estrema confidenza e ti fai meno remore a trattarle con disattenzione.
Posso ritenermi soddisfatta, perchè a parte comprensibili eccezioni (leggi: Birkin Hermes), le big ci sono, complice una madre shopaholic (alla quale dovrei pure dedicare un blog intero..) e qualche saldo azzeccato.
Cerco di rifuggire le mode del momento: io dico NO a fenomeni di passaggio come le borchie pesantissime di Alexander Wang o la scomodità della Pandora di Givenchy.
In tutta onestà all'inizio ho amato tantissimo la Falabella di Stella, quando era in lino chiarissimo e catena oro ma adesso, complice una strategia di marketing illuminante dal punto di vista delle vendite ma massificata dal punto di vista della distribuzione, sono più contenta di
Balenciaga ahimè è come la bronchite che ti lascia lo strascico di tosse e ti obbliga a lunghe sedute di aerosol ed antibiotici: ne ho TRE e sebbene mi sia un po' passata, se incrocio una ragazza con una Biker sottobraccio, mi giro ancora affascinata.
Chanel, CELO, grazie alla mamma previdente di-cui-sopra, che a Parigi fece il danno VENTICINQUE ANNI FA, quindi io ho una Chanel blu matelassè VINTAGE. Il tripudio.
Talvolta pecco di concentrazione e tendo a ripiegare su modelli poco consoni all'età o alle situazioni che vivo nel quotidiano: Olympia Le Tan ha creato deliziose pochette A LIBRO, utilizzando copertine rieditate e ricamate dei classiconi della letteratura, ma temo che prezzo ed utilizzo effettivo mi remino contro.
Come ho già raccontato, ho amato PS1 di Proenza Schouler in tempi non sospetti, ovvero quando nessuno se la badava e quando nessuna fashion blogger ne riceveva TRE in regalo.
Erano lontani i tempi in cui si osannavano le messenger bag, le postine, ed io mi sentivo incompresa in un mondo che girava intorno solo alle scomode clutch.
Poi è arrivato il periodo Shopper (vivo fasi alterne come la pittura di Picasso) e ho letteralmente messo la bava alla bocca per le semplicissime (all'apparenza!) buste bicolor in nappa morbidissima.
Celine era la mia bibbia.
Yves Saint Laurent, con le sue iconiche borsette, più robuste e strutturate delle shopping, mi ha placato i bollenti spiriti, e quindi benvenuta Muse Two.
Miu Miu ogni anno produce più oggetti del desiderio di Tiffany, io sono felice se vedo i broccati, le borchie, le pieghe, delle creazioni di Donna Miuccia e ringrazio il dio dei saldi e i danni che limita.
A pensarci bene, dovrei convincere anche il mio fidanzato riguardo l'INVESTIMENTO che è una borsa.
Chi gli tiene portafogli-cellulare-chiavidellamacchina-fazzolettoi-gomme?
E poi, sono tesori che non si svalutano come una macchina, stanno rieditando perfino la Baguette di Fendi, che mi ha risolto più e più occasioni, trasformandosi nella mia borsa da cerimonia.
A scrivere questo post che pare l'inventario di quello che ho e quello che vorrei, mi è venuta voglia di fare un salto su MyTheresa.com
E' il caso che vada a ricomprare un salvadanaio come quello delle paghette dei piccoli.
O a pianificare il mio prossimo compleanno.
Baguette Fendi |
Celine |
Balenciaga |
Olympia Le Tan |
Muse Two Yves Saint Laurent |